Francesco ai carcerati di San Vittore - Io mi sento a casa con voi

Pubblichiamo il resoconto della visita di papa Fracesco alla Casa Circondariale di San Vittore a Milano, la lettera dei detenuti al Papa e le testimonianze di alcuni di loro.

 

«Vi ringrazio dell’accoglienza. Io mi sento a casa con voi», ha detto papa Francesco ai 130 detenuti e detenute che dalle 10.30 lo attendevano nella “rotonda” di San Vittore. E poi ha aggiunto: «Gesù ha detto: “Ero carcerato e tu sei venuto a visitarmi”. Voi per me siete Gesù, siete fratelli. Io non ho il coraggio di dire a nessuna persona che è in carcere: “Se lo merita”. Perché voi e non io? Il Signore ama me quanto voi, lo stesso Gesù è in voi e in me, noi siamo fratelli peccatori. Pensate ai vostri figli, alle vostre famiglie, ai vostri genitori. Voi che siete il cuore di Gesù ferito».
 
Il Papa ha ascoltato attentamente due dei 130 detenuti intervenuti a nome di tutti. «Rischiamo di sprofondare nel buio», ha esordito una donna tra le 80 carcerate a San Vittore. «Vogliamo fare un percorso di fede e di inserimento sociale». E rivolgendosi al Papa ha riconosciuto il «grande esempio» che dà «percorrendo le strade della povertà, portando un messaggio di misericordia e di pace ai diseredati». Il desiderio di tutti i carcerati, ha spiegato la donna, «è di tornare a vivere la nostra vita quotidiana, lavorare e rientrare a casa la sera in famiglia. Siamo peccatori come tutti, ma capaci di provare sentimenti come ogni essere umano». Poi ha concluso: «Prega per noi e per le nostre famiglie».
 
Il detenuto che ha parlato subito dopo ha chiesto al Papa di pregare insieme «per coloro ai quali abbiamo fatto del male perché possano perdonarci». Ha chiesto preghiere perché in carcere ci sia «pace», pur con persone di diverse etnie, ma anche «perché il mondo politico affronti quanto prima la riforma delle carceri», perché ci sia «dignità» e possibilità di «recupero» per tutti. Ha chiesto preghiere «perché cessino le ingiustizie, le persecuzioni, le violenze, le discriminazioni razziali…».
 
Ha ricordato anche il mondo del volontariato: «Per tutti i volontari che ci aiutano, che portano speranza e amore. I volontari sono vicini ai detenuti senza pregiudizi». E poi ha aggiunto: «Noi preghiamo per lei, perché abbia la forza di perseverare e di visitare altri carceri in Italia e nel mondo. Lei rimarrà sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere quotidiane».
 
Il Papa ha stretto le mani a tutti, prima di fare visita agli altri reparti, passando dal “Clinico”, dai “protetti”, dai “giovani adulti”… Alla fine ha raggiunto il terzo raggio dove lo attendeva una lunga tavolata con 100 detenuti che hanno pranzato con lui. Tutto si è svolto in piena tranquillità e convivialità.
 
All’ingresso del penitenziario, papa Francesco ha salutato le mamme dell’Icam (Istituto a custodia attenuata per madri) con i loro bambini. E nel corridoio del “Comando” ha invece incontrato oltre 60 tra operatori, educatori, sanitari, volontari… Un saluto particolare ha rivolto a Francesco, un giovane agente in carrozzina che ha dovuto lasciare il servizio, e a Maria, la decana dei volontari, con 93 anni di età e 27 di volontariato a San Vittore. E il Papa scherzando le ha chiesto: «Mi dia la ricetta». Il commento dei detenuti al termine della visita è stato: «Per qualche minuto non ci siamo sentiti in carcere».
 
(da www.chiesadimilano.it - 25/03/2017)
 
 
La lettera dei detenuti al Papa: i nostri errori diventino pentimento
 
Sua Santità buongiorno, benvenuto tra noi, con immensa commozione La ringraziamo per questa sua inaspettata visita a San Vittore, grazie di aver scelto il nostro carcere tra tutti quelli della Lombardia. Ci sentiamo dei privilegiati e lo siamo, perché con tutti i mali che vi sono nel mondo, le avversità e le persone sofferenti, che sicuramente sono più bisognose, nonostante i suoi innumerevoli impegni, quale rappresentante della Chiesa, Lei ha voluto dedicare il Suo tempo a noi. La Sua presenza è per tutti un grande segnale di speranza, ci dona forza e coraggio, restituendoci quella dignità che noi spesso dimenticati e considerati "tra gli ultimi della società", rischiamo di perdere sprofondando nel buio e nell'angoscia della vita carceraria.
 
Come narra la parabola del "fico sterile", abbiamo bisogno di concime, per tornare un giorno a dare ancora frutti, non vogliamo essere recisi come rami secchi e poco sterili, ma avere la possibilità di rinascere e tornare attraverso un percorso di fede e di rieducazione sociale, ad essere parte integrante del mondo esterno. Lei oggi è la nostra linfa. Sono meravigliosi, l'amore e l'attenzione che Lei dimostra per i detenuti, le parole ed i messaggi pronunciati durante le Sue visite nei vari carceri del mondo, con i quali cerca di penetrare i cuori delle genti e scuotere le coscienze dei potenti. I Suoi occhi esprimono tutti quei sentimenti di misericordia ed amore sincero che prova per la gente povera e per le periferie di ogni angolo della terra, Lei è un segno tangibile di fede, di speranza, è una boccata d'aria fresca che ci ridona il respiro. Lei è un grande esempio di ciò che la Chiesa ed i sacerdoti dovrebbero fare con maggiore costanza: percorrere le strade della povertà, diffondendo quel messaggio di speranza, di misericordia, di amore verso il prossimo per quanto emarginato, diseredato o povero egli possa essere.
 
Preghi Santo Padre con tutti noi, perché i nostri errori diventino profondo e sincero pentimento, nonché fonte d'insegnamento per non tornare a sbagliare e vivere la nostra vita futura da veri figli di Dio. Preghi Santo Padre con tutti noi, affinché ci venga data la possibilità di tornare a vivere quanto prima la quotidianità della vita esterna, alzandoci al mattino per andare a lavorare per poi tornare la sera nelle nostre famiglie. Preghi Santo Padre con tutti noi, perché la società comprenda che siamo peccatori, come tutti, che anche noi siamo capaci di redimerci da ciò che abbiamo commesso, che siamo capaci di amare, e di provare dei sentimenti come ogni altro essere umano. Preghi Santo Padre con tutti noi per le nostre famiglie, perché abbiano la forza ed il coraggio di continuare ad affrontare in nostra assenza gli ostacoli che la vita preserverà loro, che non si lascino abbandonare alla disperazione e che il Signore possa dare loro la forza di continuare a starci vicino ed a rafforzare la nostra unione ed il nostro amore con loro. Preghi Santo Padre, con tutti noi, affinché coloro ai quali abbiamo fatto del male con le nostre azioni possano perdonarci. Preghi Santo Padre, con tutti noi, la nostra vita in carcere possa essere esempio di pace e convivenza tra diverse idee e religioni. Preghi Santo Padre, perché il mondo politico abbia il coraggio di affrontare e risolvere quanto prima le problematiche della riforma delle carceri, mantenendo al contempo alta l'attenzione sula dignità ed il recupero del carcerato. Preghi Santo Padre, con tutti noi, per la pace nei mondo, perché si possa porre fine a tutte le ingiustizie, le persecuzioni, le violenze, le discriminazioni razziali e di religione, ed ogni forma di violenza. Preghi Santo Padre con tutti noi, per il mondo del volontariato, per tutti coloro che si dedicano giornalmente ad assistere i bisognosi, ed in particolare per tutti i volontari che si prodigano per portare aiuto, speranza, amore e vicinanza a tutti i carcerati che sono soli, senza famiglia o senza disponibilità economiche, senza distinzione di etnia, sesso o reato commesso.
 
Da ultimo, Sua Santità consenta a Noi di pregare per Lei: perché Dio, continui a darLe la forza e la perseveranza, di visitare altre carceri in Italia e nei mondo affinché il Suo messaggio d'amore per noi carcerati possa continuare a riecheggiare all'infinito. Perché Dio La benedica e possa continuare a sorreggerLa nella Sua opera di vicinanza ai bisognosi di misericordia;
Perché iI Signore possa sostenerLa nel continuare a diffondere nel mondo, il concetto che con forza e perseveranza sta cercando di diffondere con il Suo Pontificato, ovvero l'abolizione del criterio dell'emarginazione e l'abbandono di quella che Lei stesso definisce coltivando e custodendo relazioni di la "cultura dello scarto" attraverso la riscoperta della dignità di ogni essere umano, coltivando e custodendo relazioni di vicinanza e misericordia.
Dio La benedica Santo Padre! Lei rimarrà sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere quotidiane. Grazie padre buono! Grazie davvero di essere giunto tra noi. Grazie di non averci dimenticato!!
 
(da www.avvenire.it - 25/03/2017)
 
 
Le testimonianze dei detenuti: ci ha fatto sentire liberi
 
Non ci credo ancora, penso di aver sognato. Fino a poco fa ero seduto a tavola con il Papa. Lo vediamo sempre da lontano e invece oggi abbiamo condiviso il cibo, era così vicino e umile. Un uomo tra gli uomini. Un grande esempio di vita e speranza.
Fatjon Marku 
 
Quando sapevo che ero in lista a mangiare con il Papa saltavo di gioia. Alle 12 scendiamo e ci sediamo nei nostri posti già assegnati. All’improvviso sento silenzio e poi la sua voce. Mi sono emozionato come un bambino. Lo vedo. Stringe la mano a tutti e arriva il mio momento. «Mi benedica», e lui mi mette una mano sulla fronte. Non ci sono parole, me lo ricorderò per sempre.
Antonio Caputo
 
Mi ha fatto capire che non siamo dimenticati anche se siamo detenuti. Col suo gesto mi ha detto che c’è sempre una opportunità per ricominciare una nuova idea di vita futura.
Josè Alberto
 
Mi chiamo Khalid, sono stato il ragazzo più fortunato perché ho potuto mangiare proprio di fronte al Papa. Una emozione indescrivibile. È un uomo molto aperto e socievole. Gli ho anche scroccato metà della sua cotoletta. E ho fatto contenti tre miei compagni portando loro il suo autografo.
Boudlar Khalid
 
Oggi avuto fortuna di salutarti, guardarti negli occhi e vedere quanto sei una persona buona e forte. Trasmetti voglia di vivere ma soprattutto di costruire per chi come me si trova in difficoltà. Grazie infinite.
Sekouri Mustapha 
 
Ho 29 anni, sono sposato, ho sempre desiderato venire da te e invece sei venuto tu da me: che regalo bellissimo. Tutte le sere prego per rivedere presto la mia famiglia che non vedo da 5 anni. Se ogni abitante del mondo potesse guardarti anche una sola volta non esisterebbe il male.
Paloka Melsed 
 
Ho 23 anni e mi chiedo quanti alla mia età possono dire di avere sentito il cuore davvero colmo di gioia. A me paradossalmente è successo tra le grigie mura di un carcere che oggi con l’arrivo del Papa non aveva più muri ma solo sentimenti.
Alessandro Di Luzio
 
Mi si è avvicinato e mi ha preso le mani. Gli ho chiesto di perdonare me e i miei compagni di sventura mentre i nostri sguardi si incontravano. Mi ha messo le mani sulla testa e mi ha benedetto. Non so quale forza mi ha spinto a dargli un bacio di gratitudine.
Ivan Accordi
 
È stato indescrivibile stringergli la mano. Quando è passato giustamente c’era la sicurezza penitenziaria ma lui ha voluto che non ci fosse nessuno tra noi e lui. Un grande momento, un grande uomo. Grazie Francesco.
Alessandro Frongia 
 
Sono un ragazzo arabo. Il Papa a San Vittore non è stata una festa solo per i cattolici ma anche per noi musulmani perché Francesco è un Papa di pace per tutto il mondo. Con una sua stretta di mano mi ha commosso e poi dal nulla mi ha preso anche l’altra. Ho sentito un grande calore.
Mohamed Makkassi 
 
Non credo nella Chiesa, nella religione, ma credo negli eventi e nei segni. In questo giorno vedo negli occhi di molti una nuova luce. Forse è questo ciò che porta quest’uomo. Nuove speranze. Spero che possiate sentire anche voi quanto la semplicità a volte sia la soluzione di ogni cosa.
Gennaro
 
Oggi mi sento libero, nella mente e nell’anima, oggi so che anche qui in questo inferno di peccatori non siamo dimenticati, non siamo solo un numero di matricola ma di nuovo uomini, donne, madri, padri e figli. Grazie Francesco.
Salvatore Piccoli 
 
Ho sentito il Papa che diceva «mi sento a casa». L’emozione è esplosa. 
Massimo Scarpat
 
Sono musulmano. Ogni tua parola oggi era densa di amore. Hai ricordato che tutti sono un po’ peccatori. Oggi un po’ di male che c’è dentro di me ha lasciato lo spazio al bene.
Ghanim larbi 
 
Siamo tre ragazzi delle periferie di Milano. Oggi per noi è stato il primo bel giorno di carcere da quando siamo reclusi. Grazie.
Pillola Pinna Salomon
 

(dal Corriere della Sera - 26/03/2017)

 

 

Per leggere i discorsi e seguire la visita pastorale di papa Francesco alla diocesi di Milano vai a questo link

 

 

Il video di TV2000

 

 

 

Le foto dell'Osservatore Romano

 
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