Grazie fra Enzo

 

Caro fra Enzo,

 

ti salutiamo con il cuore colmo di gratitudine per il dono che sei stato per molti di noi, detenuti e non, del Consorzio sociale Giotto. Siamo sicuri che, pur lasciandoci piangere, non vuoi che piangiamo perché tu ora sei compiutamente e per sempre felice. Questo, anche ora che apparentemente non ci sei, ci testimoni.

 

Vogliamo a modo nostro ricordarti, ricordare quanto ci volevi bene.

 

Fin dal tuo arrivo a Padova, sulle orme di sant’Antonio, il carcere, i suoi ospiti ed operatori sono diventati per te una seconda casa, anche se nel tempo abbiamo scoperto che le tue seconde case erano moltissime. Il tuo desiderio di portare le reliquie di sant’Antonio in carcere cella per cella si realizza nel 2008 e quello che in quel giorno tutti noi operatori, personale dell’amministrazione penitenziaria e detenuti abbiamo visto e vissuto è ancora vivo nei nostri occhi e nei nostri cuori. Il mondo del carcere poi restituì in massa quella visita nel 2010, in occasione dell’ostensione del corpo di sant’Antonio.

 

Tua l’idea, dopo la visita del Santo in carcere, di creare una nuova linea di dolci dedicata ad Antonio. Dopo un anno di lavoro assieme ecco la linea dei Dolci di Antonio. Grandi cose, si potrebbe dire. Sì, ma accompagnate da piccoli e costanti gesti, come le sante messe e le confessioni, in particolare durante la tredicina del Santo ma non solo.

 

Pensiamo poi al sostegno, assieme al patriarca di Lisbona Manuel Clemente, alla nostra collaborazione con la comunità “Vale de Acór” di Lisbona, una di quelle periferie tanto care a papa Francesco. In maniera discreta e mai appariscente, sei sempre stato presente nei momenti difficili di singole persone o della cooperativa.

 

Tra gli innumerevoli ricordi vogliamo lasciarne in particolare uno, che ben dice di quanto tu come amico fraterno volessi bene a Gesù attraverso il carisma di sant’Antonio di cui eri innamorato. L’11 luglio del 2015, in occasione della celebrazione del matrimonio di un detenuto in carcere, ci donasti, assieme ai frati della Basilica, una statua in legno di sant’Antonio con Gesù bambino in braccio. Nell’occasione fu benedetta da te assieme all’arcivescovo José Rodriguez Carballo. Oggi questa statua campeggia davanti all’entrata delle attività lavorative del Consorzio Giotto.

 

E così come tuo stile ci hai indicato dove rivolgere con semplicità il nostro sguardo: a Gesù. Grazie fra Enzo. Ora ci vedi tutti e sempre, vedi tutto il nostro male, tutti i nostri errori, ma anche il desiderio buono che è all’opera in fondo al cuore di ciascuno di noi. Ora che, più presente di prima, sai veramente di che cosa ognuno di noi ha bisogno, ti preghiamo di intercedere per noi.

 

 

PADRE ENZO E IL CARCERE: ALCUNI SCATTI 

 

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